Scrivere un romanzo è un lavoro che cresce all’interno di un ring, come quello dei pugili. I quattro angoli del ring sono retti dai quattro sorveglianti dell’impresa:
- il pensiero
- la volontà
- l’ardore
- l’immaginazione.
I quattro sorveglianti sono agli angoli del quadrato e vegliano su lati di identica lunghezza. Al centro ci sei tu, che combatti una dura e nobile battaglia contro l’informe massa di parole.
Ai quattro angoli, i sorveglianti ti guidano (il pensiero), ti spronano (la volontà), ti sollevano (l’ardore), ti consigliano (l’immaginazione).
Il pensiero ti guiderà ricordandoti di mantenerti lineare nel trattare il materiale narrativo e sintattico, ti griderà di stare in guardia, sorvegliato nella logica e nella credibilità, ma sempre pronto a scattare per la costruzione della trama e agile nello schivare idee banali, soluzioni formali d’accatto o esiti evanescenti o sfilacciati.
La volontà ti spronerà urlandoti nelle orecchie che non devi mollare, che non devi riposare, che non puoi tirarti indietro, che devi stringere i denti e portare a termine l’opera, che tutto il resto, famiglia, lavoro e salute compresa vengono dopo.
L’ardore ti solleverà nei momenti difficili, alimentando in te sentimenti di fiducia, di orgoglio, di affetto per l’opera e per la tua stessa vita dedicata all’arte.
L’immaginazione continuerà a consigliarti stimoli narrativi, a darti il coraggio di lanciarti nelle soluzioni più ardite e inaspettate, con leggerezza e con veemenza.
Ma attenzione, basta che uno solo di questi sorveglianti rallenti il suo impegno, e l’opera si incaglia o dissecca.

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