Sono rimasto a lungo davanti ad alcune opere di Wilhelm Hammershøi (Rovigo, Palazzo Roverella, fino al 29 giugno 2025), il cosiddetto ‘pittore del silenzio’, accostato ad altri artisti accomunati da una analoga tensione. Ho osservato con attenzione, ho confrontato le opere, e non riuscivo a capire come mai soltanto i lavori di Hammershøi rendessero davvero omaggio al silenzio, rendendolo percettibile come fosse a tutti gli effetti un fenomeno visivo. Poi ho capito: negli altri pittori era presente una certa nitidezza, mentre ogni scena dipinta dal danese sembrava sfumare appena, come velate da una sostanza invisibile posta fra davanti a ogni soggetto. Ecco il segreto di Hammershøi, mi sono detto: il suo silenzio è dato dalla materia spessa e impercettibile che separa il mio sguardo da ciò che è stato dipinto. Il silenzio è ‘prima’, bisogna attraversarlo per arrivare alle linee, ai colori. E ciò diventa chiaro quando si arriva a una delle sue invenzioni più potenti, il ‘ritratto di spalle’.

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