La mia unità di misura del piacere di leggere

Il primo post di un blog equivale a un po’ a un incipit, annuncia una direzione.

Nel mio caso, credo che userò questo spazio per allargare la sfera di riflessione intorno alla lettura e alla scrittura. E partirò presentando una mia personale unità di misura del piacere di leggere, basata su due segnalatori che mi indicano il valore di un’opera letteraria:

1) dimentico di avere un libro tra le mani (mi è accaduto con Il conte di Montecristo, con La valle dell’Eden…);

2) non dimentico mai di avere un libro tra le mani (il libro è così tanto libro che so sempre di averlo in mano, ne rallento la lettura per godermi la bellezza della forma, la forza del pensiero, la precisione dei dettagli, la luce delle metafore, il gioco dei rimandi, l’eleganza della frase, la luce riflessa delle allusioni, la superba gestione della sintassi, il guizzo dell’invenzione: mi accade con Lolita, con Ferdydurke, con la Recherche, con Manganelli…).

Una risposta a “La mia unità di misura del piacere di leggere”

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